Coro Ristorante, incastonato nel cuore della città di Orvieto, è molto più di un ristorante di alta cucina: è un progetto che fonde architettura sacra e cucina d'autore in un equilibrio suggestivo e misurato. La sede occupa, infatti, l’antica navata di una chiesa sconsacrata del Cinquecento, un ambiente che già nella sua struttura originaria racconta silenziosamente secoli di storia. Il restauro recente, curato da Giuliano Andrea Dell'Uva, ha saputo rispettare con sensibilità il linguaggio architettonico originario, trasformandolo in un luogo di esperienza culinaria raffinata.
Il ristorante si sviluppa all’interno del bellissimo Palazzo Petrus, oggi boutique hotel, e si affaccia su una delle strade più suggestive del centro storico, in Via dei Gualtieri. La sala principale è dominata da volte a crociera in pietra tufacea, pareti spoglie ma cariche di memoria, altezze vertiginose che superano i nove metri e offrono un bellissimo contrasto con gli affreschi storici. Gli arredi sono pensati per valorizzare l’antico senza sovrapposizioni, mentre l’illuminazione disegna volumi e profondità, accentuando la verticalità dello spazio.
Il nome Coro non è una semplice evocazione poetica, ma un'allusione alla precedente destinazione d’uso dello spazio: quel punto della chiesa da cui si elevavano le voci, ora trasformato in luogo d’incontro per un’altra forma di arte, quella del gusto. Il progetto di restauro ha puntato su una filosofia conservativa, preservando gli elementi storici senza rinunciare a un allestimento funzionale e sofisticato. L’effetto è quello di un’armonia colta e rarefatta, dove l’anima liturgica dell’edificio viene trasfigurata in chiave laica e conviviale.
Con circa 30 coperti distribuiti su due livelli e una saletta riservata per occasioni speciali, l’ambiente si propone come un rifugio intimo per chi cerca un’esperienza gastronomica che vada oltre il semplice atto di godere di ottimi piatti. Qui ogni dettaglio, dalla disposizione dei tavoli alla scelta delle luci, è pensato per creare un’atmosfera sospesa, quasi contemplativa.
Coro Ristorante si presenta dunque come un esempio riuscito di rigenerazione architettonica e identitaria, dove il passato non viene solo conservato, ma reinterpretato con coerenza e stile. Un luogo in cui la storia diventa scenografia silenziosa per un racconto gastronomico che ha molto da dire ed è difficile da dimenticare.