Siamo nella romantica e affascinante Verona. Con un affaccio privilegiato su Piazza delle Erbe, Ristorante Maffei incarna una storia di ospitalità che risale al 1963 e che, dal 1997, parla la lingua intensa e concreta della famiglia Gambaretto. L’indirizzo ha l’eleganza discreta di un palazzo storico e la serenità di un salotto cittadino: l’esclusivo dehor guarda alla piazza più vitale della città ma rimane protetto tra le mura, preservando armonia e quiete anche nei momenti più brulicanti.
Dentro, più sale modulabili ospitano pranzi, cene ed eventi privati; fuori, nei mesi miti, la convivialità si allarga naturalmente all’aria aperta. La sensazione complessiva è quella di una fine semplicità dello stare bene, un invito a condividere la tavola con il ritmo pacato di una casa che conosce i suoi ospiti. La guida del locale è familiare: la visione originaria di papà Ferdinando ha trovato in Silvia e Luca dedizione, attaccamento al luogo e attenzione all'equilibrio tra sala e cucina.
La filosofia è quella di trasmettere passione attraverso piatti costruiti sul bilanciamento degli elementi, con l’obiettivo dichiarato di valorizzare il gusto e di condurre l’ospite in un percorso coerente, leggibile e appagante. L’impronta di cucina riflette una doppia anima, di terra e di mare, che alterna comfort classici e guizzi contemporanei. Le tecniche (dall’uovo a bassa temperatura al tataki, dal burro affumicato alle demi-glace) dialogano con prodotti che definiscono identità e provenienza: l’Amarone suadente nella guancia di manzo, il sedano di Verona a sottolineare l’appartenenza e poi rimandi di viaggio, dalla bottarga di Cabras ai gamberi rossi, dal jalapeño allo yuzu, ad arricchire l’orizzonte del gusto.
Capitolo a parte merita la cantina, forse anima storica del ristorante. Tra i resti del Campidoglio romano, la selezione ospita centinaia di etichette: nomi blasonati e firme di culto si affiancano a produzioni di nicchia e bottiglie meno comuni, costruendo una mappa enologica capace di parlare a palati curiosi e intenditori. L’enoteca, circondata da stratificazioni antiche, ha un fascino raro; la visita è un passaggio consigliato.
La carta e i percorsi degustazione seguono il ritmo delle stagioni, intrecciando note di territorialità e di viaggio in piatti che dichiarano la volontà di restare in equilibrio. Due i menù degustazione, da scegliere per l’intero tavolo. Il percorso Di Terra (€ 75) propone una scalata di intensità che attraversa la cremosità tecnica dell’uovo a bassa temperatura, la tattilità della tartare con contrappunti freschi, la succulenza del tortello ripieno d’anatra, fino alla profondità della guancetta all’Amarone; il sipario si chiude con Il tiramisù del Maffei. Il Di Mare (€ 85) gioca su freschezze e sapidità: dallo stuzzicante sandwich di scampi alla dolcezza calibrata del baccalà e con i tagliolini al burro affumicato e crudo di gamberi rossi, fra gli altri.
La carta amplia le possibilità, spaziando dagli antipasti al mare crudo, fino a primi di carattere e secondi che alternano rassicurazione e modernità. Tre piatti come esempio: l’antipasto Scaloppa Di Foie Gras, Pere Al Sauternes, Pan Brioche, Erborinato Di Capra (25€), un secondo di territorio come la Guancetta Di Manzo All’Amarone, Radicchio Marinato, Crema Di Patate Al Timo (28€) e un dessert di limpida freschezza, il Cremoso Al Limone, Gelée Al Bergamotto, Frolla Alla Vaniglia (12€). In carta compaiono anche firme identitarie, dal Risotto Vialone Nano mantecato al dragoncello, astice, aglio nero ai Tagliolini al burro affumicato con crudo di gamberi rossi e limone, che raccontano attenzione per materia prima e tecnica, senza dimenticare un tocco di comfort domestico.
Nel complesso, l'offerta è intrigante: ambienti storici e raccolti, una cucina che parla con chiarezza, una cantina di respiro internazionale e di forte identità, e un servizio che unisce attenzione, entusiasmo e senso del luogo.